I segreti del vino Primitivo e le particolarità del Primitivo DOC Gioia del Colle

I segreti del vino Primitivo e le particolarità del Primitivo DOC Gioia del Colle

I segreti del vino Primitivo e le particolarità del Primitivo DOC Gioia del Colle

Il primitivo è uno dei vini più identitari della Puglia comparabile per qualità ai più noti e blasonati vini italiani.  La paternità del Primitivo è stata attribuita al sacerdote primicerio don Filippo Francesco Indellicati. Questi avrebbe notato che una qualità di vitigno si adattava più di ogni altra alle terre rosse di Gioia del Colle (Ba), producendo uve abbondanti e di ottima qualità.

Perché si chiama vino Primitivo?

Questo vitigno maturava precocemente, tra la fine di agosto e la prima quindicina di settembre, e per questo lo chiamò “primativo”, poi trasformatosi in “primaticcio” e infine “primitivo”. Il nome Primitivo, quindi, si deve alla sua precocità di maturazione, che si dimostrò particolarmente favorevole per la sua coltivazione, visto che l’uva poteva essere raccolta generalmente nella prima quindicina di settembre, prima che i cambiamenti potessero compromettere la sanità delle uve.

Quando si è diffuso il vitigno Primitivo?

Il primo Primitivo si diffuse a macchia d’olio nei primi decenni dell’Ottocento, prima nei dintorni di Gioia del Colle (Ba) e poi in diversi comuni del barese. Verso la fine dell’800 il primitivo giunse a Manduria e nel tarantino, nella Daunia ed a Matera e nei comuni limitrofi.

Dove è presente in Puglia il vino Primitivo?

La Puglia è la terra di elezione del Primitivo, quella dove maggiormente questo vitigno si è sviluppato e diffuso nel corso dei secoli, dando luogo a realtà enologiche di pregio indiscutibile.
Il Primitivo rappresenta attualmente la terza varietà più coltivata nella nostra regione, dopo il negroamaro ed il sangiovese. La maggior estensione dei vigneti di Primitivo è quella oggi esistente nel tarantino. Seguono per dimensioni le superfici coltivate nel barese, nel brindisino e nel leccese. Per molto tempo i mezzi economici e le conoscenze tecnico-scientifiche a disposizione di agricoltori e produttori sono stati piuttosto limitati.

Quando è partito il successo del vino Primitivo?

Nonostante le innegabili potenzialità positive, infatti, la domanda ha orientato la produzione del Primitivo più verso l’autoconsumo, lo sfizio e il prodotto da taglio che verso la qualità in bottiglia. Solo negli ultimi decenni si è assistito a una significativa inversione di rotta e finalmente, al lavoro di miglioramento e di rinnovamento dei vigneti, si sono affiancati passi da gigante nelle tecniche di vinificazione del Primitivo. Da vent’anni il Primitivo si sta progressivamente imponendo come un autentico cavallo di razza, intramontabile, focoso e versatile.

Quali sono le DOC del Primitivo?

Il riconoscimento della DOC Primitivo di Manduria nel 1975 e quello di Gioia del Colle Primitivo nel 1987 arrivarono in un periodo nel quale questi vini erano imbottigliati solo occasionalmente, essendo per lo più adoperati come vini da taglio o per l’autoconsumo.
Il cambiamento avvenne a partire dalla metà degli anni ’90, sospinto innanzi tutto dall’ottima fama del californiano Zinfandel, e dalla scoperta della sua identità genetica col Primitivo. Un ruolo certamente positivo svolsero anche un ritorno di interesse per i vini rossi, motivato soprattutto da ragioni salutistiche, ed una crescente richiesta di vini ottenuti da vitigni autoctoni.

Quali sono le caratteristiche del primitivo Gioia del Colle DOC?

Vocatissima per la zona, il Primitivo rimane in Puglia la varietà di maggior prestigio e di più forte significato identitario.
La denominazione di maggior rilievo nella zona è il Gioia del Colle Primitivo DOC, ma non mancano i vini prodotti come IGT Murgia e IGT Puglia, a cui si affiancano vini da tavola e vini sfusi. Il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata Gioia del Colle arrivò con D.P.R. dell’11/5/1987 in un periodo nel quale l’imbottigliamento del Primitivo avveniva piuttosto di rado. Il risveglio dell’interesse per il Primitivo in questa zona è giunto gradualmente solo negli anni successivi.
Il Primitivo di Gioia del Colle trova il suo habitat elettivo su terreni collinari murgiani alcalini, calcareo-argillosi, misti a rocce calcaree, silicee e tufacee. Si tratta di suoli talora scarsamente fertili, magri e difficili, con terre rosse ricche di sesquiossido idrato di ferro. Una tale struttura dei suoli arricchisce i vini di una spiccata mineralità, di vivida freschezza e di una discreta tannicità.

Quali sono le caratteristiche del vino Primitivo?

Limpidezza e bellezza cromatica, nitore dei profumi prevalentemente fruttati e precisione aromatica, gusto piacevolmente secco o dolce a seconda delle versioni, equilibrio, eleganza e ricerca delle capacità di bene invecchiare sono i nuovi paradigmi e le novelle parole d’ordine. Ricerca, esperienza, professionalità, investimenti, passione sono gli ingredienti che hanno consentito di camminare con decisione sulla strada della qualità. Le caratteristiche che contraddistinguono il Primitivo sono la spiccata espressione di un frutto straordinario, la struttura salda e generosa, l’immediatezza, la piacevolezza e la giovialità di beva e, per le etichette di punta, la capacità di regalare forti emozioni.

 

Riferimenti letterari
“Primitivo di Puglia – Storia di uve, epopea di vignaioli e di vini”

Dr. Giuseppe Baldassare – Sommelier e Relatore AIS Puglia

https://www.sommelierpuglia.it/scopri-il-primitivo-nel-libro-del-dr-giuseppe-baldassarre-ad-un-prezzo-davvero-speciale/

 

Grappoli di primitivo dei vitigni di Cantine BarsentoLavorazione del vino Primitivo a Cantine Barsento Raccolta uva per vino Primitivo di Cantine Barsento Rocco Colucci al lavoro per il vino Primitivo di Cantine Barsento Lavorazione del vino Primitivo a Cantine Barsento